(Christian Speranza) La Tosca è di Giuseppe Puccini. Parola di Fabio Fazio a Che tempo che fa. Manco male che almeno il cognome lo ha azzeccato. O forse è di Verdi. Parola di alcuni politici intervistati dalle Iene. Il che avrebbe potuto anche esser giusto, nel senso che Verdi dichiarò che, se fosse stato ancora in forze per comporre, avrebbe voluto musicare proprio il soggetto di Sardou. Però potrebbe esser stato anche Paganini. Supposizione di un altro politico…

L’errore di Anna Netrebko

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Il 2019 fu un annus horribilis per il quinto titolo di (diciamolo per esteso, si sa mai…) Giacomo Puccini, scelto dalla Scala per inaugurare la stagione. Ed è proprio a dicembre 2019 che risalgono questi strafalcioni. Compreso quello della primadonna, una Netrebko che, sul palco del Piermarini, va a sbagliare una battuta la sera del 7 dicembre.

Perché, le gaffe possono succedere anche in scena, oltre che fuori.

1901, Politeama di Genova. Il plotone spara prima del previsto e soprattutto in aria. Cavaradossi resta fermo qualche istante, poi cade da solo…

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1961, Teatro dell’Opera di San Francisco. Le comparse che fanno i soldati sono studenti che niente sanno dell’opera. Non c’è tempo per le prove: vien detto loro soltanto che andrà tutto bene (che sia questo mantra a portar jella?). Entrano in scena, trovano lui e lei e… be’, si dicono: dobbiamo sparare a uno dei due, l’opera si chiama Tosca, di solito alla fine muore lei… spariamo a lei. Mario casca per i fatti suoi e Tosca resta in piedi. Perché deve andare a suicidarsi gettandosi dagli spalti di Castel Sant’Angelo. E siccome ai ragazzi era stato detto di uscire di scena «seguendo i protagonisti», e dei due protagonisti uno non si poteva più muovere, eccoli saltar giù anche loro dopo di lei…

1960, New York City Center. Stavolta il plotone mira giusto, Tosca si suicida come da libretto, ma siccome stava antipatica alla produzione, alla prima i tecnici le piazzano sotto un tappeto elastico. E la poveretta inizia a rimbalzare a vista…

Giuseppe Taddei, celebre baritono genovese nella parte di Scarpia, chiede durante l’interrogatorio: «Sciarrone, che dice il cavalier?». «Nega», risposta attesa: «Tutto», risposta ricevuta (la battuta successiva). Colto alla sprovvista, se ne esce con: «Belìn, Sciarrone, così finisce l’opera».

2016, Wiener Staatsoper. Jonas Kaufmann bissa E lucevan le stelle. Angela Gheorghiu non ci sta. Piccata dal quel bis, l’orchestra suona, suona e… E Tosca non vien! Letteralmente. La Gheorghiu non si presenta in scena. Al povero Kaufmann non resta che sdrammatizzare con: «Ah! Non abbiamo il soprano!». Poi la Gheorghiu entra (hai fatto i tuoi comodi? Io ho fatto i miei), la recita si conclude bene, ma intanto il brividino c’è stato. D’altro canto si sa che il motto dei ritardatari è: io non arrivo in ritardo: io creo aspettative. Se questo non è da primadonna…

TV2 Opera e l’autore dell’articolo chiaramente precisano che questa pubblicazione non intende essere offensiva nei confronti di alcun professionista, anzi profonda ammirazione per i protagonisti che spesso sono ritenuti quasi dei “marziani”, ma sono persone umane. Come tutti possiamo commettere qualche “sbavatura” atta a renderli  ancora più apprezzati

La foto che apre l’articolo rappresenta l’esecuzione di Mario Cavaradossi – Sconosciuto il nome del vignettista

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