(Alessandra Giorda) Non tutti sanno che Wolfgang Amadeus Mozart aveva un compagno davvero speciale: uno storno! Questo piccolo uccello era così amato che ispirò una melodia del compositore e, alla sua morte, fu onorato con un vero funerale. Sapevate che anche gli animali potevano diventare muse ispiratrici di grandi geni? Ma quale fu la melodia?

La melodia che ispirò lo storno di Mozart fu il tema del terzo movimento del suo Concerto per pianoforte n. 17 in Sol maggiore, K. 453.

Mozart acquistò uno storno come animale domestico il 27 maggio 1784 e annotò nel suo diario che l’uccello canticchiava una versione molto simile al tema di questo concerto. L’unica differenza era che lo storno cantava alcune note “alterate”, come se improvvisasse una sua variazione del tema. Mozart, divertito, trascrisse queste piccole modifiche nel diario e si dice che abbia apprezzato il talento musicale del suo nuovo compagno alato.

Quando lo storno morì tre anni dopo, Mozart gli organizzò un piccolo funerale, dimostrando quanto fosse affezionato a lui. Questo aneddoto riflette il senso di umorismo e la sensibilità musicale del compositore, sempre capace di trovare ispirazione anche in eventi quotidiani.

L’amore del genio salisburghese per gli uccelli risale all’età di 14 anni Mozart scrisse a casa da Napoli a sua sorella Nannerl a Salisburgo (19 maggio 1770) quando era in viaggio con suo padre Leopold. Rammento che il padre chiamava chiamava Wolfgang con il soprannome Wolferl.

«Scrivimi, come sta il signor Canarino? Canta ancora? Fischia ancora? Sai perché sto pensando al canarino? Perché ce n’è uno nella nostra anticamera che fa gli stessi piccoli suoni dei nostri.

Furono scritte lettere dalle quali si evincono l’amore per questi animali da parte di Mozart. In una lettera successiva, scritta da Nannerl a sua madre a casa a Salisburgo mentre visitava Monaco nel 1775 con Wolfgang e Leopold, indica altri uccelli nella casa d’infanzia di Mozart: «Grazie a Dio stiamo abbastanza bene. Spero che anche la mamma stia molto bene. A proposito, il canarino, il tomtit e il pettirosso sono ancora vivi o hanno lasciato morire di fame gli uccelli?»

Una triste storia del 1791 viene raccontata dal biografo di Mozart, Hermann Abert, riguardante un altro canarino che potrebbe essere un successore dello storno, essendo nella famiglia di Mozart quando il compositore giaceva sul letto di morte.

«Fu con grande riluttanza che accettò di far rimuovere il suo canarino da compagnia, prima nella stanza adiacente, poi ancora più lontano, perché non poteva più sopportare il suono del suo canto.