Luciano Ganciè atteso al Festival di Pasqua di Salisburgo per cantare nel Requiem di Verdi – insieme ai colleghi Masabane Cecilia Rangwanasha, Judit Kutasi e Michele Pertusi – sotto la bacchetta di Sir Antonio Pappano che dirige orchestra e coro dell’Accademia di Santa Cecilia in due date imperdibili, il 25 e 29 marzo.
Ogni incontro con questo capolavoro è da sempre particolare, come sottolinea il tenore, poiché «Il Requiem di Verdi rappresenta per me la quintessenza di ciò che si può creare musicalmente in termini teatrali, mistici e di preghiera. Il dramma che rappresenta questo capolavoro sottolinea il tema del ‘Dies Irae’ per poi finire con il ‘Libera me Domine’ che è il culmine e la luce ai quali si anela dopo l’esistenza terrena.

Di ogni opera d’arte una parte integrante e fondamentale è la cornice che la racchiude, ed eseguire il Requiem durante la Settimana Santa, al prestigiosissimo Festival di Salisburgo, con il Maestro Antonio Pappano alla testa delle compagini corali e orchestrali dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, penso sia davvero il massimo che si possa chiedere, soprattutto in un momento storico dove si cerca davvero la liberazione dalle pene causate dalle miserie umane, e in una settimana dal forte impatto emotivo durante la quale ‘Mors et vita duello conflixere mirando: Dux vitae, mortuus, regnat vivus’.

Il mio rapporto con questo capolavoro è da sempre particolare, ogni esecuzione sottolineava un momento particolare, un anniversario, dal primo che eseguii mentre veniva eletto al soglio pontificio l’attuale Papa Francesco fino all’ultimo fatto ad Ankara in occasione del centenario dei rapporti diplomatici fra Italia e Turchia e per ricordare anche il 150esimo anniversario di Manzoni.

Torno a Salisburgo dopo sette anni, qui iniziò il mio percorso internazionale molti anni fa e la magia di questo scrigno d’arte musicale è sempre un massaggio all’anima di qualsiasi artista».