
Un grande dramma d’amore e ideali reso celebre da arie immortali: Andrea Chénier, l’opera più famosa di Umberto Giordano chiude la Stagione d’Opera 2024/2025. Sul podio dell’Orchestra e del Coro del Teatro Regio Andrea Battistoni, al suo primo impegno in veste di Direttore musicale, dopo oltre un decennio di collaborazioni con i complessi artistici del Teatro. Il nuovo allestimento di forte impatto scenico ed emotivo è firmato da Giancarlo del Monaco. Protagonisti Gregory Kunde, Maria Agresta e Franco Vassallo. Il Coro è istruito, come di consueto, da Ulisse Trabacchin. L’opera è in scena dal 18 al 29 giugno.
Una storia d’amore e ideali sullo sfondo della Rivoluzione francese
Il libretto di Luigi Illica – rielaborato in modo sostanziale dal compositore – trasforma la biografia del poeta André Chénier, realmente esistito e ghigliottinato durante il Terrore, in una tragedia d’amore e ideali. Chénier, travolto dalla violenza rivoluzionaria, è innamorato della nobile Maddalena, che lo seguirà fino alla morte. Accanto a loro, il personaggio complesso di Gérard, ex servitore diventato accusatore, ma segnato da umanità e passione. L’ambientazione nella Parigi rivoluzionaria permette a Giordano e Illica di riflettere sul valore dell’ideale e dell’amore come slancio vitale. L’opera diventa così anche una meditazione sulla giovinezza, sull’evoluzione individuale attraverso le prove della storia e dei sentimenti. In questo senso, Andrea Chénier – titolo che chiude la Stagione 2024/2025 – si inserisce naturalmente nella narrazione de La meglio gioventù, ponendo al centro la forza trasformativa dell’età giovane, capace di scegliere, amare, ribellarsi e sacrificarsi.
Chénier secondo Battistoni
Nell’introduzione al programma di sala, Andrea Battistoni scrive che, come nel pop, anche nella musica colta e nell’opera, non mancano i compositori ricordati quasi esclusivamente per un unico capolavoro tanto celebre da eclissare il resto della loro produzione: «è il destino che accomuna gli A-ah di Take on me ad autori del Verismo come Cilea o Leoncavallo e lo stesso Giordano con Andrea Chénier: gioiello splendente di una corona che comprende anche Fedora, Siberia e Mala Vita».
«Andrea Chénier è un’opera incandescente, da riscoprire per la sua raffinatezza musicale e la sua forza emotiva» prosegue Battistoni «una partitura lussureggiante, attraversata da passioni ardenti, in cui l’Orchestra non accompagna soltanto i cantanti, ma diventa un personaggio a sé, commentando e amplificando l’azione scenica». Il protagonista «Andrea agisce come una forza generativa, che innesca i cambiamenti attorno a sé. Nella sua figura, Giordano sembra aver colto il simbolo dell’artista puro, mosso da un’istanza interiore di verità e bellezza: l’amore assoluto che Andrea e Maddalena invocano nel duetto finale diventa così un gesto di resistenza e di idealismo lirico e civile, più che mai attuale». E conclude: «Opera “di cappa e spada”, Andrea Chénier alterna duelli, scene corali spettacolari e momenti di intimità struggente, in un susseguirsi di emozioni che conquistano al primo ascolto. Una storia travolgente, che non sfigurerebbe nelle migliori serie televisive contemporanee».
Un nuovo allestimento firmato Giancarlo del Monaco
«Andrea Chénier è un’opera che amo profondamente. – confida Giancarlo del Monaco intervistato da Susanna Franchi per il programma di sala – mio padre la cantò accanto a Callas e Tebaldi, e la studiò direttamente con Giordano: è un’opera vocale, potente, che richiede un grande cast. Nella mia carriera ho firmato molti Chénier, tra cui la prima francese al Théâtre de la Bastille. Ma ciò che più mi interessa oggi è guardare alla figura del poeta rivoluzionario come punto di partenza per una riflessione sulle rivoluzioni, sul sogno utopico che si trasforma in incubo. Le utopie non funzionano: generano mostri. La Rivoluzione francese ha aperto la strada a Napoleone, alle guerre, alla repressione, al Terrore. Da Marx a Mao, la storia ci insegna che l’idea di un mondo migliore può trasformarsi in tragedia. La parabola di Gérard è il cuore di questo crollo ideale: da servo a carnefice, poi a uomo distrutto dalla consapevolezza. E l’amore? In questa storia ha un valore salvifico. Chénier, come un Assange ante litteram, viene ucciso per aver detto la verità. Maddalena, da ragazza frivola, diventa eroina. Morire insieme, stretti in un ultimo abbraccio, è la loro apoteosi. In quel momento, l’amore diventa l’unica vera rivoluzione possibile».
Un cast di altissimo livello
Gregory Kunde è il poeta Chénier, tenore tra i più apprezzati del panorama lirico internazionale, affronta la sua undicesima produzione al Regio dopo il successo nel ruolo di Éléazar ne La Juive, dove ha conquistato pubblico e critica con la sua interpretazione intensa e magistrale. Maria Agresta dà voce alla dolente passione di Maddalena: il soprano ritrova il palcoscenico del Regio, dove si affermò con I Vespri siciliani di Giuseppe Verdi, avvio di una carriera che l’ha portata nei più grandi teatri del mondo. Franco Vassallo affronta la complessità del personaggio di Gérard, figura centrale e tormentata del dramma; baritono tra i più autorevoli del panorama internazionale, torna al Regio dopo i successi in ruoli verdiani, apprezzato per la sua forza scenica, il timbro nobile e l’intelligenza musicale. Nei ruoli dei protagonisti si alternano: Angelo Villari (Andrea Chénier), Aleksei Isaev (Carlo Gérard), Yolanda Auyanet e Vittoria Yeo (Maddalena). Completano il cast: Mara Gaudenzi (La mulatta Bersi), Federica Giansanti (La contessa di Coigny), Manuela Custer (Madelon), Adriano Gramigni (Roucher), Nicolò Ceriani (Pietro Fléville e Fouquier Tinville), Vincenzo Nizzardo (Il sanculotto Mathieu), Riccardo Rados (Un “Incredibile”); gli artisti del Regio Ensemble Daniel Umbelino (L’abate poeta), Tyler Zimmerman (Dumas), Janusz Nosek (Schmidt), Albina Tonkikh (La mulatta Bersi).
Conferenza-concerto
L’opera sarà presentata al pubblico mercoledì 11 giugno alle ore 18 al Piccolo Regio Puccini nella conferenza-concerto condotta dalla giornalista Susanna Franchi, a colloquio con Andrea Battistoni e Giancarlo del Monaco. L’ingresso è libero.
Ph Daniele Ratti